Fondazione Irene Ets
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Nel mondo dello sport, l’inclusività dovrebbe essere la parola d’ordine. Tuttavia, episodi recenti hanno dimostrato che c’è ancora molta strada da fare per raggiungere una vera cultura dell’accoglienza e del rispetto delle diversità. Fabrizio Acanfora, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Irene ETS, ci offre una riflessione profonda su come lo stigma verso la disabilità persista, anche in ambiti dove l’inclusione dovrebbe essere fondamentale.
“La società disabilita chi diverge dalla media.” Questa affermazione di Acanfora sottolinea quanto sia radicata la stigmatizzazione delle persone con disabilità. In un contesto sportivo, dove ogni individuo dovrebbe avere la possibilità di esprimere il proprio talento e le proprie capacità, le parole possono diventare potenti strumenti di esclusione o inclusione.
Recentemente, un commento inappropriato del tecnico Sampaoli ha sollevato polemiche: “Gli avversari sanno che Dembélé gioca come un autistico”. Questo tipo di linguaggio non solo denigra le persone con disturbi dello spettro autistico, ma riflette una mancanza di consapevolezza e sensibilità verso le diversità.
Calciare un pallone è importante, fare goal è un traguardo. Ma conoscere la diversità e renderla un campo di confronto è di più: significa educare una società al progresso. Lo sport può e deve essere un veicolo di valori positivi, come il rispetto e l’inclusione. Allenarsi a una corretta comunicazione è il primo esercizio da cui partire per promuovere una società sportiva consapevole, inclusiva e dinamica.
Una società che promuove lo sport deve essere in grado di andare oltre la mera performance, competizione e conflitto. Deve abbracciare una cultura che valorizza ogni individuo, indipendentemente dalle sue capacità fisiche o cognitive.
La Fondazione Irene ETS si impegna attivamente nella promozione di una comunicazione corretta e inclusiva. A partire dal concetto di correttezza lessicale e stigma, vogliamo ricordare quanto sia fondamentale utilizzare un linguaggio rispettoso e inclusivo. È attraverso le parole che possiamo abbattere barriere e costruire ponti.
I social media sono uno strumento potente per diffondere messaggi positivi e sensibilizzare l’opinione pubblica. A tal fine, la Fondazione Irene ETS propone una serie di post e campagne di sensibilizzazione per educare e promuovere l’inclusività nello sport e nella società.
All’interno del Comitato Scientifico della Fondazione Irene Ets alcuni esperti, tra cui Fabrizio Acanfora e Gianluca Lo Presti, promuovono quotidianamente un’azione di sensibilizzazione e divulgazione sulle tematiche della disabilità e dell’inclusione. E ci invitano a riflettere sull’importanza della manipolazione e manutenzione delle parole.
La strada per una società veramente inclusiva è lunga, ma ogni passo in avanti è fondamentale. La corretta comunicazione è solo il primo passo verso un futuro sportivo fatto di rispetto, educazione e conoscenza. La Fondazione Irene ETS continuerà a lavorare per promuovere questi valori, affinché ogni individuo possa sentirsi accolto e valorizzato, sia in campo che fuori.