Fondazione Irene Ets
Via Isonzo 149 , 04100 Latina (LT)
Tel: +39 389 446 6605
La notizia è ormai ovunque: Meta annuncia un nuovo controllo sugli account Instagram per teenager, una misura che dovrebbe essere operativa dal 2025. Ma il vero tema non è il tipo di feed che offriranno ai ragazzi. Il problema è più profondo: quanto la tecnologia sta condizionando i nostri figli e, soprattutto, cosa possiamo fare noi come educatori e genitori? In Inghilterra, se ne parla ovunque, anche nelle riunioni scolastiche, dove l’allarme sui cellulari e sui social non è mai stato così forte: “Se sei giovane, stai lontano da quella roba, fa male”.
Ma la vera domanda che tutti noi ci poniamo è: è sufficiente dire ai ragazzi di stare lontani? Può un semplice “no” contrastare l’attrazione di un mondo digitale fatto su misura per catturare ogni secondo della loro attenzione?
Il rischio è duplice. Da un lato, i social e il gaming sembrano divorare la vita dei nostri figli, immergendoli in mondi che li isolano dalla realtà. Dall’altro, proibire tutto può creare un diverso tipo di alienazione: un disagio sociale, un senso di esclusione, l’incapacità di stare al passo con un mondo che comunque vive attraverso uno schermo. Allora qual è la soluzione?
È facile dire che i social sono il male e che il gaming crea dipendenza. Ma la verità è che i nostri ragazzi sono immersi in questi mondi perché offrono loro qualcosa: divertimento, connessione, riconoscimento. Non possiamo semplicemente toglierglieli senza offrire qualcosa di altrettanto attraente in cambio. E questa è la vera sfida: creare alternative che non siano palliativi, ma vere e proprie vie di fuga, altrettanto potenti e affascinanti.
Lo sport potrebbe essere il miglior ‘antidoto digitale’. Ed è più di un semplice suggerimento: è un invito concreto per tutte le famiglie, le scuole e le comunità. Pensate a un pomeriggio dopo la scuola: invece di rimanere incollati allo schermo, i ragazzi potrebbero essere coinvolti in attività sportive organizzate. Parliamo di squadre di calcio, di basket, ma anche di arrampicata, atletica, danza. Lo sport non è solo movimento: è una connessione con il proprio corpo, con gli altri, con il mondo reale.
Per chi ha difficoltà a organizzare o trovare opportunità sportive, si potrebbero creare sinergie tra scuole, comuni e associazioni locali. Si potrebbe ad esempio promuovere giornate di avvicinamento all’arte e alla cultura, per far provare ai ragazzi diverse attività artistiche e culturali, come laboratori di pittura, teatro, musica, e scrittura creativa. Coinvolgendo artisti locali e professionisti del settore, si potrebbero creare occasioni di espressione e socializzazione che siano fuori dalla logica dei “like” e delle “storie”, permettendo ai giovani di scoprire nuovi talenti e passioni.
I ragazzi amano la competizione e il sentirsi parte di un gruppo. Creare squadre di quartiere che possano giocare insieme nei parchi locali non è solo un modo per farli staccare dallo schermo, è anche un’opportunità per creare nuovi legami e rafforzare quelli esistenti. Pensiamo ai giochi di squadra come basket, calcio o anche semplici tornei di corsa. C’è bisogno di strutture? Certo, ma non servono palazzetti o campi regolamentari: a volte basta un pezzo di terra, un canestro o due porte improvvisate, e un gruppo di ragazzi disposti a correre insieme.
La battaglia contro la dipendenza tecnologica non si vince da soli. I genitori sono in prima linea e spesso si sentono già sconfitti. Ma dobbiamo essere noi i primi a offrire alternative e a incoraggiare comportamenti diversi, non solo predicando. Un esempio? Organizzare con regolarità delle giornate ‘offline’, in cui tutta la famiglia partecipa a una passeggiata in natura, a un torneo di famiglia o a una giornata sportiva con gli amici. Mostrare che ci sono modi divertenti per passare il tempo insieme è il primo passo per aiutare i nostri figli a trovare un equilibrio.
La nostra proposta non è di demonizzare la tecnologia, ma di rendere possibile un dialogo tra due mondi, digitale e reale, offrendo ai ragazzi la possibilità di scegliere attività che li facciano stare bene, davvero. Questo significa impegnarci come comunità, come scuole, come istituzioni, per dare loro delle opzioni valide.
l mondo sta cercando una soluzione. Noi della Fondazione Irene ETS siamo qui per discuterne insieme a voi, per creare iniziative che possano dare ai nostri ragazzi una vita più equilibrata e piena. Se avete idee, suggerimenti o volete unirvi a noi per costruire queste alternative, fatevi avanti. Il futuro dei nostri figli dipende anche dalle scelte che facciamo oggi, dalle strade che costruiamo per loro e dalle porte che apriamo insieme.
E allora, cosa aspettiamo? Alleniamo il futuro, insieme!