Illustrazione di una ragazza triste e isolata circondata da smartphone con emoji negativi e icone di allarme, rappresentazione visiva del cyberbullismo.

Cosa significa cyberbullismo e perché è pericoloso

Il cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene online, tramite social network, chat, videogiochi e altre piattaforme digitali. Ciò che lo rende particolarmente insidioso è l’assenza di confini di tempo e spazio: le offese, le minacce o le prese in giro possono seguire la vittima ovunque, 24 ore su 24.

  • Effetti psicologici: Ansia, bassa autostima, isolamento sociale.
  • Effetti sociali: Difficoltà a relazionarsi con i coetanei, scarsa concentrazione a scuola, problemi comportamentali.

Per i bambini con neurodiversità, il fenomeno può essere ancora più complesso: la difficoltà nel decodificare i segnali sociali online può esporli maggiormente a rischi di emarginazione.


Responsabilità digitale: un valore fondamentale

Parlare di responsabilità digitale significa educare i ragazzi (e i genitori) a un uso della tecnologia consapevole e rispettoso. Questo comprende:

  • Conoscenza degli strumenti: Non basta sapere come funziona un’app; è importante capire quali dati condivide e chi può visualizzarli.
  • Rispetto delle regole: La netiquette e la normativa sul trattamento dei dati personali, soprattutto in presenza di minori.
  • Empatia online: Capire che dietro ogni commento, foto o messaggio c’è una persona reale, con la propria sensibilità e dignità.

Come proteggere i nostri figli (e i ragazzi che seguiamo): esempi concreti

  1. Creare un ambiente di dialogo continuo
    • Esempio pratico: Ogni sera, durante la cena o prima di andare a dormire, chiedere al bambino come ha trascorso il tempo online. Porre domande aperte tipo “Hai visto qualcosa di strano o che ti ha fatto sentire a disagio?”. Questo aiuta a normalizzare il confronto sui temi digitali.
  2. Definire regole chiare, ma flessibili
    • Esempio pratico: Concordare con i figli un “patto digitale”: stabilire gli orari di utilizzo di smartphone o tablet (es. massimo 2 ore al giorno), i tipi di siti e app consentiti e un limite di spesa sugli acquisti in-app. Appendere il patto in un luogo visibile (ad esempio sul frigo) per ricordarlo a tutti.
  3. Utilizzare strumenti di parental control in modo ragionato
    • Esempio pratico: Installare software o app di filtro che blocchino determinati contenuti, senza però fare tutto di nascosto. Spiegare ai ragazzi l’esistenza di questi filtri e il perché si è scelto di usarli: “Vogliamo che tu possa navigare in sicurezza, ma se noti qualcosa di anomalo, parlacene.”
  4. Sviluppare l’empatia digitale
    • Esempio pratico: Proporre di analizzare insieme alcuni post sui social (adatti all’età), commentando come ci si sentirebbe al posto della persona coinvolta. Questo esercizio aiuta a capire l’impatto delle parole e a riconoscere frasi aggressive o potenzialmente offensive.
  5. Coinvolgere i docenti e gli educatori
    • Esempio pratico: Organizzare periodicamente momenti di confronto con insegnanti e tutor. Per i bambini con neurodiversità, si possono creare materiali didattici personalizzati che illustrino esempi di comportamenti corretti o scorretti online, favorendo la comprensione delle dinamiche relazionali su Internet.
  6. Monitorare senza invadere
    • Esempio pratico: Proporre momenti di “condivisione digitale” – per esempio, condividere un gioco online e giocarci insieme, guardare i contenuti social insieme, chiedendo al ragazzo di spiegare cosa lo diverte o lo interessa. In questo modo si instaura un dialogo, non un controllo punitivo.

L’impegno di Fondazione Irene ETS

La Fondazione Irene ETS nasce per offrire sostegno a bambini e famiglie, con un’attenzione specifica alle diverse forme di neurodiversità. Nell’ambito del Cyberbullismo e della responsabilità digitale, la Fondazione:

  • Promuove percorsi educativi personalizzati: Affianca le famiglie nella definizione di strategie su misura per ogni bambino, rispettando le sue specifiche esigenze.
  • Collabora con scuole e professionisti: Organizza incontri formativi per docenti e operatori, al fine di prevenire fenomeni di discriminazione e violenza online.
  • Sensibilizza la comunità: Attraverso eventi, seminari e attività sul territorio, diffonde una cultura del rispetto e dell’inclusione, sia online sia offline.

Conclusione

Il cyberbullismo non è un problema “solo dei social”: è un problema della nostra società e richiede un’attenzione condivisa. Educare alla responsabilità digitale è un atto di cura e prevenzione: significa offrire ai ragazzi gli strumenti per crescere in modo sano, e sviluppare empatia verso gli altri, sia online sia nella vita reale.

Nel percorso di crescita dei nostri giovani, in particolare di quelli con neurodiversità, la Fondazione Irene ETS è il punto di riferimento che offre risorse, competenza e un sostegno concreto per combattere il cyberbullismo e promuovere comportamenti digitali responsabili. Una comunità digitale più sicura inizia da qui.

Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) Neurodiversità Inclusione dislessia dislessico Disortografia Discalculia Disgrafia

Fondazione Irene ETS: insieme per un futuro inclusivo, rispettoso e consapevole.

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