Fondazione Irene Ets
Via Isonzo 149
, 04100 Latina (LT)
Tel: +39 389 446 6605
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La recente decisione dell’amministrazione Trump di eliminare alcune parole da documenti ufficiali e siti governativi, tra cui “inclusione”, “diversità”, “disabilità”, “trauma” e “vittima”, sta suscitando grande preoccupazione. Questa scelta, motivata dall’intento di evitare apparenti prese di posizione politica, potrebbe però avere conseguenze gravi soprattutto per i bambini con neurodiversità.
Elenco parole eliminate amministrazione Trump
La neurodiversità include condizioni come autismo, ADHD, dislessia e altre differenze neurologiche. Non si tratta di problemi da correggere, ma di differenze da accogliere, valorizzare e supportare. L’uso di parole come “inclusione”, “diversità” e “disabilità” nei documenti ufficiali è fondamentale perché permette di costruire politiche inclusive che sostengano concretamente i bambini e le loro famiglie.
Eliminando queste parole, si rischia concretamente di cancellare le risorse necessarie al sostegno di migliaia di bambini.
Togliere termini come “disabilità” o “inclusione” non è soltanto un cambiamento formale, ma rischia di minare profondamente le basi delle politiche educative e sociali. Senza questi termini chiaramente definiti, le famiglie potrebbero trovarsi davanti a difficoltà nell’ottenere aiuti, supporto educativo personalizzato e servizi essenziali.
Quando concetti fondamentali come inclusione e diversità spariscono dal linguaggio ufficiale, l’effetto diretto è una perdita di consapevolezza e attenzione. Il rischio è che la società diventi meno attenta e sensibile ai bisogni specifici dei bambini neurodiversi, aggravando l’isolamento sociale e aumentando le disuguaglianze.
Come Fondazione Irene ETS crediamo fermamente che parole come inclusione, diversità e neurodiversità non debbano mai essere censurate, perché rappresentano diritti conquistati e indispensabili. Continueremo a difendere questi valori e a impegnarci per garantire supporto, visibilità e opportunità concrete a tutti i bambini neurodiversi e alle loro famiglie.
Per noi, usare queste parole non è politica: è semplicemente una questione di civiltà e rispetto dei diritti fondamentali.
Proteggere la neurodiversità significa difendere i diritti di migliaia di bambini che hanno bisogno di una società capace di accoglierli e valorizzarli. È questo l’impegno che, come Fondazione Irene ETS, vogliamo ribadire con forza.